La primavera inglese

Qualche giorno fa abbiamo parlato della Pasqua e dei festeggiamenti che si tengono in Gran Bretagna. Oggi voglio allargare la visione alla primavera, la stagione della rinascita, del risveglio della natura, degli amori, dei fiori,… E, in particolare, mi fa piacere raccontarvi alcune tradizioni inglesi proprie di questa meravigliosa stagione.

1° aprile

Il 1° aprile del 1957, durante un notiziario, la BBC mandò in onda un servizio sulla crescita degli spaghetti con tanto di fotografia! Molte persone telefonarono all’ente britannico chiedendo come potevano coltivare queste piante sconosciute. La risposta fu “Mettete un filo di spaghetti in una scatola di pomodori e sperate in bene!”
Ovviamente era uno scherzo. Il 1° aprile, in Gran Bretagna, si chiama “Il giorno di tutti gli scemi”. Le origini di questa tradizione sono sconosciute anche se alcuni collegano l’evento al più irriverente degli dei, Saturnalia. Vi si trova menzione in un manoscritto del 1686, secondo il quale le origini erano germaniche; tuttavia, il fatto che non ci siano riferimenti in recite e poesie del XVI e XVII secolo, né nei diari e lettere di Samuel Pepys, fa presupporre che sia stata introdotta nel tardo XVII secolo.
Anche oggi, si fanno scherzi – ma soltanto fino a mezzogiorno altrimenti lo scherzo si rivolta verso l’autore – e, come si è visto, anche le istituzioni possono esserne gli autori.

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1° maggio

Il primo giorno di maggio era, nel calendario celtico, l’inizio di Belatane – la stagione durante la quale gli animali venivano portati al pascolo dopo l’inverno. Si tratta della celebrazione dell’arrivo dell’estate ed è una parte dell’anno dedicata alla rinascita e alla nuova vita; non avendo alcun collegamento con le feste del calendario religioso, rimane un’occasione strettamente pagana.
La gente invocava la protezione degli dei fino ad Halloween e si festeggiava accendendo falò in cima alle colline, una tradizione che continuò fino al 1830 circa nel nord della Scozia e fino a tempi recenti in Galles.
In Gran Bretagna, il primo lunedì di maggio, ma non necessariamente il primo giorno del mese, è festa, per portarsi in linea con l’UE, per il riconoscimento della festa dei lavoratori.

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La Rugiada del 1° maggio

Si credeva che la rugiada del 1° maggio avesse delle proprietà speciali, soprattutto per la pelle del viso. Le fanciulle uscivano prima dell’alba per lavarsi il viso e, se esprimevano il desiderio abbastanza ardentemente, entro l’anno avrebbero trovato marito.
Uno dei luoghi dove si seguiva questa tradizione era “Arthur’s Seat”, la collina che sovrasta Edimburgo, e da dove si ha un panorama meraviglioso della città.

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May Blossom

E’ sempre stata tradizione portare a casa il 1° maggio rami di alberi o arbusti in fiore. “May Blossom”, ovvero la fioritura di maggio, include qualsiasi ramo che fiorisce all’inizio di maggio. Fino al cambio del calendario del 1752 era un po’ più facile trovare i rami perché c’era un’abbondanza di fiori, ma oggi spesso si trovano soltanto i fiori del pruno selvatico!
Un altro fiore associato con questa tradizione è il biancospino che, infatti, si chiama anche “maggio”; i suoi rami venivano portati in casa o lasciati a casa di amici.
Nella contea del Cheshire, invece, era abitudine lasciare rami di diversi arbusti in base al giudizio sugli abitanti: biancospino era un complimento generale; il pero per i giusti; la nocciola per una donna poco seria; il prugno per persone poco allegre; il rovo per una poco fedele; la ginestra per una donna di strada!
Si raccoglievano anche i fiori del campo per fare ghirlande. Tutt’oggi ad Abbotsbury, nel Dorset, il 13 maggio – la vecchia “Giornata di Maggio” – vengono confezionate ghirlande che vengono portate di casa in casa al fine di raccogliere soldi, che vengono poi divisi tra i bambini. Alla sera le ghirlande sono deposte alla base del memoriale dei caduti o, a volte, gettati nel vicino mare per rievocare una tradizione ancora più antica, che risale alla benedizione del mare e che si teneva all’inizio della stagione di caccia degli sgombri.

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Maypole, “Il palo di Maggio”

Si tratta di un alto palo che, il 1° maggio, viene eretto al centro del “village green”, il prato al centro del villaggio. Quest’area era, ed è ancora, il fulcro della vita del paese; intorno ci sono i negozi (ufficio postale, pub e negozio di alimentari) e le abitazioni più vecchie. Alcuni villaggi hanno, invece, un palo permanente.
Questa tradizione, accettata tacitamente dalla chiesa, risale al Medioevo e serviva come punto focale per i giochi di maggio; era presieduta dalla Regina di Maggio, una donna del villaggio, e da un Re di Maggio, conosciuto anche come Robin Hood, un collegamento alla figura di Puck, piuttosto che all’abitante della foresta di Sherwood.
Era anche usanza ballare intorno al Maypole. Tuttavia, sotto il Puritanesimo del XVII secolo, i festeggiamenti furono vietati, considerandoli una vanità pagana di superstizione e malvagità.
Quando re Carlo II tornò a regnare, molti festeggiamenti furono spostati al 29 maggio, “Oak Apple Day”, il giorno della quercia, l’anniversario dell’arrivo trionfale del Re a Londra, di ritorno dell’esilio. Si parla di quercia per ricordare l’impresa del re che si nascose in un albero di quercia per evitare la cattura da parte delle truppe di Cromwell. (Infatti, ci sono tanti pub che si chiamano “The Royal Oak” sperando di essere nelle vicinanze di quella quercia).
C
i fu un ritorno del Maypole durante il XIX secolo, in epoca vittoriana, con l’introduzione del ballo con i nastri – solitamente fatto dai bambini: ognuno di essi tiene in mano un’estremità di un nastro legato alla cima del palo e ballano in una sequenza che crea una decorazione per tutta la lunghezza dello stesso.

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Spesso durante cerimonie del 1° Maggio possiamo vedere un uomo chiuso in una struttura di legno e completamente coperto di fogli. Non è chiaro come ebbe origine questa tradizione ma fu notato a partire dagli anno 1870 nelle zone più urbane e anche nelle contee del sud d’Inghilterra.
Probabilmente l’uomo verde è collegato con il ballo chiamato “Milkmaids’ Garland” (la ghirlanda delle mungitrici), a cui partecipavano non soltanto le mungitrici delle mucche ma anche le ragazze che consegnavano il latte per le strade di Londra. Possiamo leggere di quest’avvenimento nel diari di Samuel Pepys (1667). Spesso si univano anche gli spazzacamini, che facevano da contrasto con le ragazze bianche! Oggi è del tutto scomparsa.

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Morris Dancing

Il ballo chiamato “Morris “ è molto antico. Viene menzionato nelle opere di Shakespeare e ai tempi di Elisabetta I era considerato già antico. Deriva quasi certamente dai “Mori”, da cui prende il nome; ha avuto origine o nell’Africa settentrionale o in Castiglia, da dove fu introdotto dalla regina Eleonora, moglie di Eduardo I, o, forse, dai soldati che combatterono nelle campagne spagnole del XIV secolo.
Tuttavia, come per altre forme di divertimento, fu messo fuorilegge dai puritani nel XVII secolo; sebbene ebbe poi una ripresa, la migrazione delle persone verso le città portò a un quasi totale abbandono.
Alla fine del XIX secolo, però, Cecil Sharpe, amante della musica folk inglese, vide ballare i Morris il giorno di S. Stefano a Headington vicino a Oxford, nella zona delle colline Cotswolds. Così inizio un revival e Sharpe si dedicò a rintracciare, collezionare e pubblicare la musica e i balli.
Oggi ci sono tantissimi “sides” o gruppi; hanno anche una gerarchia e vantano nomi un po’ insoliti. Squire è il capitano, Bagman il segretario e Foreman insegna i balli. Ogni gruppo ha la propria divisa, che deriva dalle proprie tradizioni, forse con un simbolo o distintivo. Solitamente indossano camice bianche, spesso anche i pantaloni lunghi o soltanto fino alle ginocchia. Portano sempre campanellini e nastri colorati attaccati alle cinture e attorno alle ginocchia, e strisce colorate, chiamate “baldricks”, sulle spalle.
Molti gruppi fanno esibire anche un “Fool”, il cui compito è quello di intrattenere il pubblico mentre il gruppo balla.
Con la ripresa del ballo negli anni Venti del ‘900, sei gruppi decisero di formare un’associazione, che si chiama “Ring”; ogni anno si incontrano per scambiare idee anche se ogni gruppo è unico nelle sue presentazioni. Infatti, nelle diverse zone dell’Inghilterra dove si pratica, i balli sono diversi. Tipicamente, ballano in gruppi da 6 e possono sventolare fazzoletti o tenere in mano bastoni robusti che vengono colpiti durante le danze. La musica che li accompagna è spesso suonata da un singolo musicista con la fisarmonica o l’organetto.
Un’altra forma di Morris è il ballo con le spade: durante la danza intrecciano lunghe spade flessibili per formare disegni.

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Padstow Hobby Horse

A Padstow, cittadina di mare nell’estrema punta della Cornovaglia, si svolge la più famosa cerimonia dell’Hobby Horse.
Inizia a mezzanotte quando, al suono delle campane, un gruppo di cantanti gira il villaggio, partendo del pub “The Golden Lion”, per fare serenate; il tutto fino alle due di notte.
Al mattino, il primo “cavallo” (uomo in costume da cavallo) che emerge è quello del pub “Blue Ribbon”; il principale cavallo però esce dal “Golden Lion” circa un’ora dopo, accompagnato dai componenti della sua banda, vestiti di bianco. Il cavallo è una creatura spaventosa che consiste in un cerchio di metallo con un diametro di circa due metri, coperto da un telo nero, che nasconde il corpo del portatore. Davanti c’è una piccola testa di cavallo con denti aguzzi, ma la cosa più sconcertante è la maschera con beccuccio e ciuffi di pelo, probabilmente portata dall’Africa o dai mari del sud intorno al 1860. Sopra tutto questo c’è un cappello a forma conica che nasconde la testa del portatore.
Dopo aver ballato con la sua banda, il cavallo partiva per un giro del paese, seguito dai danzatori della banda. In passato veniva incitato a caricare la folle con lo scopo di prendere nelle pieghe della gonna una giovane ragazza. Quest’ultima era considerata molto fortunata in quanto avrebbe trovato marito o avuto un bambino entro l’anno. Ovviamente le giovane scappavano per non essere catturate. Oggi questo non succede e può essere una donna a “portare” il cavallo!
Questa processione che via via si allunga, continua fino a sera, coinvolgendo tutta la cittadina, con cariche da parte del cavallo verso le persone, balli, e addirittura scene di finte “morte” del cavallo, che viene riportato in vita con un canto. Nel frattempo il cavallo del Blue Ribbon fa un percorso diverso, in modo da non incontrarsi fino a sera quando i festeggiamenti si concludono intorno a un Maypole.
Nel corso degli anni le abitudini hanno subito delle modifiche. Ad esempio non ci sono più dodici bambine vestite di bianco e non viene più portato fino al mare né ad uno stagno dove “beveva” e spruzzava d’acqua tutti gli spettatori (si diceva portasse fortuna!).
Anche se l’evento è documentato soltanto dall’inizio dell’800, è senza dubbio molto più antico, facendo parte della schiera di creature considerate portafortuna che facevano parte delle celebrazioni del 1° maggio.
Si dice che l’usanza onora San Petroc, che fondò il monastero dove adesso si trova Padstow, e certamente una legenda su San Petroc e il dragone era comune nel Medioevo. Si narra anche che, durante la Guerra dei Cento Anni, una creaturadel genere mise in fuga la flotta francese dalla costa.
Nella cittadina di Minehead, sulla costa 180 km più a nord, c’è un altro cavallo. Questo non è feroce ma allegro e amichevole e, diversamente di quello di Padstow, non è seguito dalla folla: è lui che visita la gente nelle proprie case.

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Furry Dance

L’8 maggio (o il sabato precedente se l’8 maggio cade di domenica) rappresenta un’altra occasione per ballare nella cittadina di Helston, in Cornovaglia. Si tratta di una tradizione molto importante per la popolazione: tutte le strade sono addobbate con bandierine, fiori, rami verdi e tutti gli abitanti indossano una mazzetta di mughetto, simbolo della Vergine che (come in Francia) è il fiore speciale di maggio.
Il nome ufficiale è “furry”, una parola che deriva dalla lingua locale che indica “fiera”, un giorno di festeggiamento di un santo. Tuttavia oggi è anche stato storpiato in “Flora” o “Floral Day”.
Le origini di questa manifestazione non sono molto chiare. Ma visto che l’8 maggio è la festa dell’apparizione di San Michele Arcangelo, santo patrono della città, è probabile che si ballava per celebrare la sua salvezza da un enorme sasso lanciato da satana. Il masso chiamato “Hell’s stone” (il sasso dell’inferno), che si dice abbia dato il nome al paese, mancò l’obiettivo e può ancora essere visto incastrato in un muro.
Ballare è l’occupazione principale della giornata e ci sono quattro diverse danze durante il giorno. La prima, alle sette di mattina, fu originariamente dedicata alle persone di servizio, di modo che potessero partecipare senza interrompere il lavoro della giornata. Oggi ballano i giovani del paese: i ragazzi indossano camicie bianche, pantaloni neri e cravatte a righe bianche e nere, mentre le ragazze portano vestiti eleganti di loro scelta. Da molte viene considerato il ballo migliore della giornata.
Per il ballo dei bambini, alle 10.00, la cittadina è già piena di gente. Partecipano fino a 700 ragazzi vestiti di bianco con le ragazze con fiori nei capelli.
Il ballo principale parte dal municipio al rintocco di mezzogiorno con al suo capo il Sindaco. Questo diventa un’imponente processione di persone in abiti eleganti; le signore con cappelli degni di una giornata ad Ascot e gli uomini rigorosamente in tight e cappello a cilindro.
L’ultimo ballo è alle 17: originariamente per i commercianti locali, oggi è capeggiato dai giovani che avevano ballato al mattino ed è l’unico ballo in cui possono ballare anche gli spettatori e visitatori.

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Florence Nightingale

Un avvenimento a maggio, che non ha niente a che fare con i festeggiamenti pagani ma riguarda un personaggio molto amato in Gran Bretagna è la commemorazione di Florence Nightingale.
Florence nacque a Bellosguardo, Firenze – ecco perché il nome – figlia di una famiglia inglese benestante nel 1820 e l’anno successivo la famiglia tornò in Inghilterra. All’età di 17 anni decise che voleva dedicare la sua vita al servizio degli altri e nonostante l’opposizione della sua famiglia, perché considerato un compito poco adatto ad una giovane donna del suo rango sociale, e dopo aver respinto il suo corteggiatore, cominciò a studiare la scienza infermieristica.
Il suo contributo più significativo venne durante la guerra in Crimea, dove fu mandata nel 1854, insieme a 38 infermieri volontari e a diverse suore, istruite da lei stessa. Qui divenne famosa per le sue prestazioni e per l’attenzione verso i soldati; fece, inoltre,  pressione sul Governo Britannico affinché mandasse un ospedale prefabbricato al fronte, riducendo così notevolmente il tasso di mortalità. Florence Nightingale venne soprannominata “La Signora con la lampada” perché girava le corsie di notte, controllando e confortando i soldati malati.
Tornatain Gran Bretagna, istituì e gestì la prima scuola per infermieri.
Intorno al 12 maggio, suo compleanno, una messa viene celebrata in Westminster Abbey, alla presenza dei Chelsea Pensioners – veterani di guerra – e di infermieri e allievi. Durante la messa, viene posta sull’altare maggiore una lampada, suo simbolo.

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